Proprio come oggi, nei giorni di quarantena da Covid 19, ci troviamo a vivere una citazione di Lin Yutang "La saggezza di vivere sta nell'eliminare ciò che non è indispensabile". Restiamo a casa, tra pochi di noi o addiritura in solitudine forzata, con poca libertà di movimento.
Quando tutto ci è permesso (libero arbitrio) e tutto ci viene tolto da una forza segreta che ci lascia nella nostra fragilità umana, ancorata ad una fede (sempre che ci sia) inamovibile.
La forza, deriva dalla fiducia senza se e senza ma, una potente promessa di rinascita, che si piega ma non muore, anzi, cresce rinvigorita e gioiosa dalla prova superata.
L'ulivo è la pianta simbolo di questo momento, di questo sentire, che risale dai tempi dei Greci. Una volta costruita la città odierna di Atene, fù il caso di attribuirle il nome e ipotizzando l'importanza che avrebbe avuto la città, si confrontarono due dei dell'Olimpo, Poseidone, dio del mare, e Atena, dea della sapienza (ma anche della guerra), i quali aspiravano ambedue ad esserne il patrono. Gli dei decisero quindi che colui tra i due che avesse fatto agli ateniesi il dono migliore, avrebbe vinto la disputa, ed imposto il proprio nome. Poseidone battè il suo tridente al suolo, e da quel punto uscì il cavallo (altre versioni narrano che dal suolo scaturì una sorgente, però di acqua salmastra, che non fu molto apprezzata dai cittadini), Atena battè il terreno con la sua lancia, facendovi nascere la prima pianta di olivo. Gli ateniesi reputarono l'olivo un dono più utile del cavallo di Poseidone, e posero quindi alla città il nome della dea.
L'Olivo d'allora è sempre stato simbolo di castità tanto che ancora nel XVI secolo si credeva che l'albero per diventare fertile e dare molti frutti, doveva essere piantato e coltivato da persone vergini.
L'albero dell'ulivo, tipico delle culture del Vicino Oriente, nella Bibbia è simbolo di pace, fecondità, benessere, benedizione. La prima citazione dell'ulivo nella Bibbia appare alla fine del racconto del diluvio quando la colomba porta a Noè, come segno di pace, un ramoscello di olivo (cfr. Gen 8,9).
L'ulivo è uno dei sette prodotti simbolo della ricchezza della terra promessa: «II Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile, paese di frumento, di orzo e di viti, di fichi e di melograni; paese di ulivi, di olio e di miele» (Dt 8,8; 2 Re 18,32). L'ulivo è un bene che va condiviso con i poveri: «Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornerai indietro a ripassare i rami: saranno per il forestiero, per l'orfano e per la vedova» (Dt 24, 20).
Il simbolo dell'olivo come pace, fecondità, benedizione si riferisce anche a Gesù. Accolto a Gerusalemme con rami di alberi (Mt 21,9) e di palma (Gv 12,13) prima di morire «se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi» per pregare (Lc 22,39-42). La sua preghiera profonda avviene nel Getsemani che significa frantoio dell'olio: «Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani» (cfr. Mt 26,36; Mc 14,32).
Nel Getsemani Gesù sarà torchiato e spremuto come si spremono le olive. Egli è l'olivo verdeggiante dalla cui donata sgorga la pace, la riconciliazione, la risurrezione.
Originario dai monti del Caucaso, si presume che sia stato introdotto in Italia 1.000 anni prima di Cristo, e ora si coltiva nei cinque continenti. Pianta molto longeva, può vivere fino a 1.500 anni, simbolo dell'energia e della pace, dell'immortalità e della fertilità, arriva a misurare 10 metri di altezza. A seconda del paese di coltivazione, l'olivo mediterraneo sempreverde fiorisce in mesi primaverili diversi. Nel Gargano, Puglia dello sperone, fiorisce in aprile.
Le infiorescenze portano da 20 a 30 fiori bianchi e modesti, disposti in grappoli che sbocciano da aprile e a giugno. Il suo frutto è un alimento molto nutriente, ricco in vitamine A, C ed E, ferro assimilabile, olio e sostanze alcalinizzanti.
In Fitoterapia si usano le foglie come diuretico, contro la febbre, l'ipertensione, la gotta e i reumatismi.
Cresce nelle condizioni ambientali più difficili, ed è in grado di resistere alla siccità e alle temperature elevate dell'estate mediterranea. Dotato di una sua energia segreta, l'ulivo continua a fiorire fino allo stremo, anche quando è piegato e vuoto per l'età.
L'albero di ulivo ha delle foglie persistenti e deve concentrare tutta la sua energia perché esse rimangano per lunghi periodi senza rinnovarsi.
L'ulivo occupo un posto di primo piano tra gli alberi sacri, perchè evoca principi di immortalità perchè è un sempreverde; di abbondanza per i suoi frutti donati; di forza perchè nonostante le difficoltà climatiche difficile egli resiste; di nutrimento perchè, le olive sono nutrienti e anche il nocciolo produce l'olio santo che nutre le cellule e lo spirito quando viene usato nel sacramento della quaresima e negli unguenti.
E poi il fiore di Bach n. 23 Olive, il rimedio della stanchezza fisica ma anche mentale, dell'esaurimento, della convalescenza, non c'è forza, non c'è fiducia nell'essere.
L'essere è sfinito dopo aver affrontato un impegno gravoso, sofferenza, crisi o perdite affettive. Stanchezza e irritabilità successive ad esaurimento e annientamento fisico e mentale da prolungato stress. Ha lavorato senza riposo per rispettare una scadenza (es. esame). Ha sofferto molto fisicamente e moralmente (per uno sforzo sovrumano, un torto subito, perdita materiale, lutto, buie esperienze personali, divorzio, crisi), e non ha più energia per affrontare le minime incombenze. Ha combattuto per un affetto, per un lavoro, per un ideale, e adesso non ce la fa più. Desidera solo dormire, sottrarsi alla vita, vegetare. Non ha più reazioni emotive e appare spento, spaventato all’idea di qualcosa di nuovo e sconosciuto. Pallore, pelle secca e grinzosa, tipici delle convalescenze dopo malattie lunghe o debilitanti, dopo un’eccessiva perdita di fluidi come nel caso di sudorazione profusa, di anemia e mestruazioni abbondanti, o nei periodi di intensa attività intellettuale. La vita diventa un peso privo di piacere, le energie sono spente. Indifferenza per la tavola, il sesso, lo sport, le arti, i piaceri. Empatico, disponibile, dà continuamente senza misurare le proprie forze, lavora fino allo sfinimento senza chiedere niente in cambio. Non è capace però gestire la propria energia, e non attinge a "fonti superiori". Svuotato fino al pianto e alla nausea. Esaurimento totale delle proprie risorse fisiche, mentali, emotive. Infelicità, apatia, sospettosità, elusione di responsabilità, senso di estraneità verso il presente. Senso di privazione, spreco di energia.
In un contesto di riequilibrio ci si aspetta di sapere come raggiungere l'energia interiore attraverso una sorgente spirituale, consapevolezza di non dover cercare stimoli all'esterno di sé per avere energia sufficiente, contatto con la forza vitale al momento di consumare una notevole energia, felicità e piacere nonostante la stanchezza. Perseveranza, comprensione del corretto uso dell'energia.
Da sempre in famiglia si autoproduce l'olio extra vergine d'oliva (E.V.O) che proviene dal Gargano e di conseguenza le creme per il corpo e il viso. E' molto importante usare ingredienti di prima qualità per nutrire la pelle, in modo da assicurare una buona comunicazione tra dentro e fuori, circondarci da elementi "proattivi portatori di vita" adatti alla crescita interiore sia come individuo singolo che come collettivo. qui di seguito una ricetta semplice ed efficace, per la cura naturale della vostra persona. Ricordate che tutte le ricette vengono insegnate al corso di ERBORISTERIA ED AUTOGESTIONE DELLA SALUTE, che tengo ogni anno presso la casa delle Erbe Ritrovate a Cernobbio Como.
Ricetta per l'unguento per pelli mature
30 gr. di olio di oliva Evo
3 gr. di cera d'api
15 gocce di oli essenziali misti (carota, rosa, geranio, Ylang Ylang e 1 o 2 gocce di Patchuoli),
In un pentolino far sciogliere a bagno maria la cera d'api, filtrare eventualmente se necessario. Rimettere sul fornello a bagno maria la cera e aggiungere l'olio evo, sciogliere bene, mescolare con un bastoncino di legno tipo chopstick (che userai anche in seguito, per non sprecare materiale bio). A questo punto lasciare intiepidire qualche minuto e poi aggiungere gli oli essenziali. E' importante sapere, che questi ultimi devono essere puri, estratti in corrente di vapore e possibilmente biologici; il prezzo di un olio essenziale di qualità è un indicatore della qualità stessa del prodotto, io uso quelli della Primavera Flora o Fitomedical.
A questo punto potrete invasettare in apposito barattolo di vetro perfettamente pulito e sterilizzato (anche in lavastoviglie) la vostra crema e lasciarla raffreddare, prima di chiudere col coperchio. Dura diversi mesi.
In attesa di riaggiornarvi, vi auguro una buona rinascita di Pasqua e giorni felici di primavera!